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domenica

Principesse azzurre 2

AA.VV. Principesse azzurre 2
Racconti d'amore e di vita di donne tra donne
Dal risvolto di copertina:
Nel maggio 2003 usciva nella Piccola Biblioteca Oscar l'antologia Principesse azzurre: una raccolta di racconti - e non solo - che si proponeva alcuni obiettivi. Mostrare che non è una particolarità, ma un diritto, scrivere e leggere di relazioni tra donne; che è una pratica cui si può approdare con naturalezza.
Dichiarare ad alta voce il diritto al canto e incoraggiarne la diffusione. A un anno di distanza quell'operazione viene riproposta, arricchita di firme, argomenti, toni espressivi. Un volume che affronta il "bene" (l'incursione nei paradisi dell'amore e nella poesia delle relazioni), setaccia il "male" (il dolore che emerge dalla follia, le risposte e gli interrogativi di fronte all'inconcepibile dell'esistenza), accoglie anche i modi dell'ironia e dell'utopia, spingendo lo sguardo fino a terre remote, dall'India alla Cina.
Ma l'amore tra donne è stato, ed è ancora, in parte invisibile. Per questo Principesse azzurre 2 non interessa solo le lesbiche, né, in generale, solo le donne, ma interessa tutti. Perché ciascuno di noi si porta dentro il suo invisibile.
Dall'introduzione di Delia Vaccarello:"Chi sono le principesse azzurre? Certo, sono donne da cui ci aspettiamo la felicità amorosa, ma sono anche le parole da cui attendiamo la felicità espressiva. Princeps vuol dire 'ciò che viene prima'. Le principesse azzurre sono le parole che per prime (non in senso temporale) affiorano alle labbra caricandosi dell'autenticità di ciò che vogliamo dire. Sono le parole che immettono nel reale i segni di una presenza fino adesso ignorata. Sono le nostre figlie primogenite e ci continueranno nel tempo. L'amore tra donne è stato ed è ancora, in parte, invisibile. Le principesse azzurre per evocarlo approdano nel luogo della Scrittura."
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Tecniche per un orgasmo perfetto:
25 racconti nell’antologia a cura di Delia Vaccarello
«Cara Mamma, volge il terzo anno da quando decisi di lasciare tutto per diventare lesbica. Ricordi? Ne parlavo sempre da piccola.
Se qualcuno mi chiedeva cosa volessi fare da grande, mi toglievo educatamente il sigaro giocattolo dalla bocca e rispondevo, orgogliosa e sicura: “Voglio diventare una lesbica!”». Così incomincia uno dei racconti più esilaranti - eppure, dopo qualche pagina si fa drammatico - dell’antologia “Principesse azzurre 2”, curata, per il secondo anno, da Delia Vaccarello (il primo volume di “Principesse Azzurre” è uscito nel 2003, sempre da Mondatori):
e l’altro ieri pomeriggio una lettura a più voci del racconto appena citato ha concluso la presentazione del libro alla Casa Internazionale delle Donne in via della Lungara.
«Leggiamolo,leggiamolo...», hanno deciso Delia, Maria Rosa Cutrufelli, Barbara Alberti e Valeria Viganò (le presentatrici, ma anche quattro delle 25 autrici dell’antologia), scegliendo questo scritto di Ice Blue (chiaramente uno pseudonimo), per il suo mix di comicità paradossale e dramma: che è poi il dramma di qualsiasi amore, che sia eterosessuale o lesbico, quando il partner (in questo caso la partner) seduce e si ritrae, confermando una verità in qualche misura “storica”: ma che soltanto ora, dopo trent’anni di femminismo, le donne hanno imparato ad ammettere; e cioè che l’unica prova d’amore a cui si ha diritto, quando si ama, è la parola d’amore dell’altro. Vera, falsa? Non conta. Conta che sia stata pronunciata.
O, nei tempi antichi, scritta in una bella lettera d’amore. (Oggi c’è l’e-mail, ma non è la stessa cosa.)
Semmai la sorpresa, almeno per me, è stata quella di scoprire che succede anche con una donna: infatti sembra che scatti anche nella coppia lesbica il meccanismo di seduzione verniciata di meravigliose parole e poi la fuga, e quindi esso non opera soltanto, come credevo, con il personaggio storicamente maschile del Don Giovanni. («Madamina il catalogo è questo-delle donne che amò il Signor mio…» ecc.ecc.)
Ma, come mi ha fatto notare graziosamente Delia (che mi ha iscritto quasi d’ufficio tra le autrici di “Principesse Azzurre 2”) la mia “alfabetizzazione lesbica” è lungi dall’essersi compiuta!
Per cui la pubblica lettura al Buon Pastore del racconto di Ice Blue, intitolato, quasi come un atto d’accusa, “Le parole che tu mi hai detto”, è servita anche ad istruirmi sul problema delle “tecniche”: che, come ha confermato Maria Rosa Cutrufelli, rende ansiogene le “etero” (eterosessuali) magari incuriosite intellettualmente della faccenda, ma, per l’appunto, “tecnicamente come si fa?”
Torniamo ad Ice Blue, che scrivendo alla sua mammina, ce lo insegna: «Mammina cara, lo sai che sono ostinata: lesbica volevo essere e lesbica sono diventata!..Sai com’è, i medici si mettono con i medici, gli ingegneri con gli ingegneri, al massimo con gli architetti…e le lesbiche tendono a fidanzarsi tra di loro».
Segue elenco, corredato da indicazioni precise sull’abilità “tecnica” acquisita dalla protagonista: «La lombarda esperta di energie alternative», infatti, le fa scoprire che «L’orgasmo esiste». Dal canto suo «La romana con l’hobby del parapendio subacqueo», per quanto faticosa nella convivenza, le insegna che «L’orgasmo multiplo non è una invenzione dei rotocalchi scandalistici». Mentre «La pugliese che ha inventato le uova di quaglia al granchio extralarge» la perfezione ne «l’orgasmo simultaneo(che) è roba ormai che faccio ad occhi chiusi».
Tutto questo non la salverà purtroppo dalle parole d’amore di Alex…
10/07/2004 - L'Unità - Adele Cambria

Principesse azzurre 1


Titolo: Principesse azzurre

Autore: AA.VV. (a cura di Delia Vaccarello)

Edizione: Mondadori
"Principesse azzurre" è un antologia per ora unica nel suo genere. Raccoglie materiale di autrici già affermate ed esordienti, con un un unico denominatore comune: raccontare, finalmente, l'amore al femminile in senso lato, in tutte le sue sfumature e da diversi punti di vista. Questa non è, come spesso capita in letteratura, una pura e spietata operazione commerciale, ma piuttosto un'opera necessaria dopo secoli di amori messi all'indice collettivo e ombre gettate sul lesbismo. Ora i tempi (almeno per quel che riguarda il coraggio dell'amore lesbico stesso) sono diversi, non sono più i tempi delle sole parole sussurrate e dell'amore a finestre serrate.

Ora ci si può e ci si deve permettere il tono alto della letteratura, per permettere alla società una visione globale della questione e una corretta e costruttiva presa di coscienza. "Principesse azzurre" si muove dal classico dell'erotismo ai racconti di formazione, dai così detti libri rosa alla letteratura femminista, trovando spazio anche per una storia a fumetti; l'antologia tocca temi spinosi e universali, come il rapporto madri-figli, la manipolazione del corpo, il sesso e l'amore sofferto e riluttante ad esprimersi; si parla anche di prostituzione, sterminio, insomma, opera più complessa e meravigliosa per trattare il tema non poteva nascere.

Questa antologia rende visibilità e dignità a degli amori limpidi, legittimi, opponendosi al disprezzo iconoclasta e disumano di chi da sempre si erge a giudice di ciò che è lecito e ciò che non lo è.

sabato

IL NUORO

Introduzione
Questa è una stupenda storia d'amore (mi viene perfino voglia di scriverla con tutte le lettere maiuscole) di una madre per un figlio non suo, che é l'amante maschile del suo figliolo maschile. Cioè una storia d'amore omosessuale. Già - ma perché quando l'amore è davvero amore non ha necessariamente sesso. Nel senso che se deve accontentare la pubblica opinione e fare figli per Dio, Patria e Re (come si diceva una volta), cioè per gli altri, per la facciata esteriore della vita, ebbene allora sí l'omosessualità è extraterritoriale. Quando invece accade - e non è rarissimo - ma neppure eccezionale - che l'amore sia un sentimento che mette in rapporto due persone nell'intimità più segreta ed autentica, allora non importa che i contraenti siano necessariamente un lui e una lei. Quello che conta e che importa è l'auntenticità del sentimento, della emozione, della passione che scaturisce fra due esseri umani, comunque siano, purché leali onesti sinceri. E anche in questo caso finché l'emozione dura. Perché, come per tutti i rapporti umani, non c'è garanzia né sulla durata né sulla validità nel tempo. E' già una splendida ricchezza il dono di un amore scambievole autentico e sincero, leale, fra due persone - chiunque esse siano. A partire da questa base abbiamo qui un gioiello d'arte per la novità dell'assunto: una madre che si fa consapevole prima e poi partecipa di questa "cosa" che ancora oggi - nel giro dei millenni della vita umana conosciuta (sei millenni, o forse più?) non viene accettata come una ricchezza positiva - ma troppo spesso o beffata o giudicata scandalosa immorale iniqua. La madre in questione accetta di accogliere nella sua vita l'amicizia e l'affetto del giovane estraneo e straniero che è l'amante mal ricambiato di suo figlio. Donde l'artifizio del termine coniato al maschile per indicare il compagno del figlio, che per lei entra a pieno diritto nella famiglia, come avverrebbe per una nuora. E non è un artifizio. E' l'espressione di una ricchezza di sentimento e di emozione che bisogna riconoscere in tutto il suo valore e la sua autenticità.
Adele Faccio

Il movimento delle lesbiche in Italia

Da "Il movimento delle lesbiche in Italia" a cura di Monia Dragone, Cristina Gramolini, Paola Guazzo, Helen Ibry, Eva Mamini, Ostilia Mulas edizioni Il Dito e la Luna, 2008"Siamo a questo punto. Non è come avevamo previsto, ma come diceva Guevara "le battaglie non si perdono mai". Tante lesbiche hanno smesso di essere spettatrici della scena politica e sono diventate protagoniste visibili. Tante attraverso la partecipazione hanno acquistato un senso pieno della cittadinanza, hanno assunto ruoli attivi nella cultura, hanno rotto il recinto del mondo a parte. Stiamo cambiando il nostro paese, abbiamo la fortuna di vivere il tempo della liberazione delle lesbiche e dei gay e di esserne interpreti. Il nostro agire vuole essere un appello di segno femminile per quelle che ancora soffrono per il discredito che pesa sull'amore tra donne: non soffrite più, non tacete, possiamo godere di quello che siamo, l'irripetibile parola lesbica è diventata corrente. Il cammino verso la conquista del diritto a disporre di noi stesse non si ferma." (da pg. 113)Indice Prefazione Luisa Passerini Introduzione Le curatrici
SEZIONE POLITICA Lesbiche usciamo FUORI! Daniela Danna Non sono l'unica lesbica al mondo: convegni lesbici separatisti 1981-1987 Roberta Vannucci Le femministe, le lesbiche, le storiche. Appunti per una storia da scrivere Emma Baeri Voci di donne lesbiche in Arcigay: tra il 1989 e il 1996 Valeria Santostefano Salva con nome: dicei anni di ArciLesbica Cristina Gramolini Destra, sinistra e "questione omosessuale" Lidia Cirillo
SEZIONE EDITORIA Storia breve di un'&strosa editrice. La Estro e il lesbofemminismo italiano dagli anni ottanta ai novanta. Paola Guazzo Il Dito e La Luna, o della sfida della visibilità Eva Mamini Schede per un pantheon dei libri lesbici in Italia. Itinerari di lettura per un'utopia fondante lesbica Marina La Farina
SEZIONE ARTE InSceNate Lesbiche: il teatro lesbico in Italia dal 1975 al 2005 Eleonora Dall'Ovo Motore>Azione! Tre decenni di regia lesbica Luki Massa
SEZIONE COMUNICAZIONE La parola viola. Voci lesbiche da "babilonia" Ostilia Mulas Memoria Irregolare 1981-2001. Vent'anni di "Bollettina del CLI" Giovanna Olivieri From the fool to the world. Appunti e spunti lesbici: "Towanda" Barbara Romarri "Towanda": la parola alle lesbiche! Monia Dragone WEB: lo specchio lesbico Carmela Casole Il lesboweb italiano: "movimenti", gestioni, testi Paola Guazzo
SEZIONE TEORIA Sessualità in movimento: legittimazione e affermazione del desiderio lesbico Helen Ibry Con divisioni: spostamenti semantici e politici del termine "lesbica" Nerina Milletti
NOTE SULLE AUTRICI BIBLIOGRAFIA GENERALE SITOGRAFIA isbn 978-88-86633-55-0 Euro 16,00 compralo online: www.ilditoelaluna.com/index.php

Gabriele Sannino: Non sono un alieno

Non sono un alieno: un romanzo contro gli stereotipi gay
pubblicato dalla coraggiosa casa editrice WLM. Il romanzo narra la storia di Walter, un ragazzo di sedici anni, alle prese con la propria omosessualità che lotta per esprimere il suo essere maschio, cancellando lo stereotipo che i gay sono delle femminucce. L’autore – che è un militare – parla con noi di Queerblog di questo sua opera prima.
Raccontaci qualcosa di te.

Sono un ragazzo di origini campane, di ventinove anni, e ho sempre amato scrivere. Ora sento di aver realizzato finalmente un sogno. Uno dei tanti nel cassetto…
Perché non sei un alieno?

Innanzitutto – e ti assicuro che mi duole dirlo ma devo farlo in quanto è la verità – Non sono un alieno non è, purtroppo, la mia storia. Dico “purtroppo” perché mi ha dato tantissime emozioni quando l’ho scritta: ho pianto, ho riso, mi sono incazzato col mondo e con la società. Ma erano tutte emozioni vere, che provenivano dal mio “io” e che erano solo assopite dentro di me.

Il libro si apre con una scazzottata a scuola perché il protagonista viene additato come gay. Una reazione volta a cancellare lo stereotipo del gay effeminato…Sì. In effetti Walter, il protagonista della storia, è un ragazzo assolutamente comune, come tanti, e che, se provocato in maniera molto forte, può rispondere – ahimé – anche con la violenza. Ingiustificabile sempre, intendiamoci. Per quanto riguarda il discorso degli stereotipi, bisogna dire, finalmente, che essi sono solo una parte della nostra realtà: magari la più vistosa, la più eclatante. Ma pur sempre una parte. I gay fanno tutto e sono in qualunque attività sociale. Non lavorano solo nella moda o nello spettacolo (con tutto il rispetto per chi lavora in quei settori ovvio). Conosco gay che fanno i boxeur, danno pugni per professione addirittura!
La parte del libro che più ti è piaciuta.

In fondo sono un romantico, un passionale. Mi son piaciute molto le storie d’amore del protagonista, la loro intensità, ma anche le riflessioni che Walter fa su se stesso e sulla sua vita. Lì il mio “io” è venuto fuori più che mai…
Tu sei un militare, mestiere insolito per chi vuol fare lo scrittore…Non è proprio così. Nel mio ambiente, oltre all’omofobia, all’esasperato e a volte caricaturale machismo e all’ignoranza – lo ammetto –, c’è anche tanta gente intelligente e brillante, che ha parecchie passioni, anche le più lontane da quel mondo. E queste persone sono le più vive, le più reali.
Un libro che per te è stato fondamentale per iniziare a scrivere.Sono un onnivoro in fatto di lettura. Ci sono milioni di romanzi che mi piacerebbe citare in questo momento: mi viene in mente, ad esempio, in quanto a freschezza e a verità il romanzo di Lara Cardella Volevo i pantaloni. È un must della lettura. Per me è anche un evergreen.
Hai altri progetti in cantiere?

Ne ho diversi. Ho scritto delle fiabe “per grandi” diciamo così, un po’ filosofiche e umanistiche, e mi piacerebbe divulgarle. E ho scritto anche un altro racconto, molto più triste rispetto a questo, ma che in un momento della mia vita mi ha rappresentato molto. E mi piacerebbe un giorno, chissà, dar alla luce anche a quello.