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martedì

Margherita Graglia Lunedì 25 gennaio in sede Rebis ore 21

Si informa che i circoli Arcigay, Arcilesbica e Rebis di Verona, hanno il piacere di ospitare la Dott.ssa Margherita Graglia che presenta il suo ultimo libro PSICOTERAPIA E OMOSESSUALITA’.
La Dott.ssa Graglia ha molti anni di esperienza clinica e di formazione con persone omosessuali bisessuali e trans e collabora con università e con vari enti sempre sulle medesime tematiche.
La serata di presentazione è rivolta a tutti e quindi a gay, lesbiche e trans ma anche a psicologi, psicoterapeuti, educatori e a figure professionali interessate all’argomento.
L’incontro si tiene lunedì 25 gennaio 2010 ore 21,00 presso la sede Rebis di Verona – Stradone Santa Lucia nr. 17 C (a 300 metri dal cavalcavia di Viale Piave in direzione Mantova).
Presenta la serata Ermanno Marogna.
Per informazioni potete telefonare ad Ermanno 349 464139.
Si prega di passare l’informazione a chiunque possa essere interessato/a/*
Grazie per l’attenzione
Ermanno Marogna - Counselor Studio Sostegnogay
Via Santa Felicita 9 - Verona http://www.sostegnogay.it/
cell. 349 4641139

Margherita Graglia, psicologa e psicoterapeuta, da anni lavora come formatrice, organizzando e conducendo corsi sull'orientamento sessuale e l'identità di genere rivolti a psicologi, psicoterapeuti, medici, insegnanti ed educatori. Ha curato inoltre una serie di progetti europei sull'integrazione delle persone lgbt.
Lunedì 25 gennaio verrà presentato il volume: Psicoterapia e Omosessualità , di Margherita Graglia. Il testo fa il punto sui più recenti contributi della ricerca scientifica e...
Descrizione
Cos'è l'orientamento sessuale? Cosa significa parlare di psicoterapia e omosessualità? Qual è la rilevanza dell'orientamento sessuale nel setting clinico? Il testo fa il punto sui più recenti contributi della ricerca scientifica e illustra le specificità dei pazienti gay e lesbiche, discutendo alcune modalità di intervento terapeutico ed evidenziando il contributo dello psicoterapeuta nella costruzione di un setting inclusivo. In particolare il lavoro offre una disamina delle forme contemporanee dell'omonegatività e del loro impatto sul benessere psico-sociale dei gay e delle lesbiche. Sebbene siano in corso profondi cambiamenti nella società civile rispetto all'omosessualità, da un lato le istituzioni italiane rimangono cieche e sorde di fronte alle richieste di riconoscimento dei cittadini non eterosessuali e dall'altro il pregiudizio antigay assume forme ambigue, sottotraccia, solo apparentemente più innocue. In questo panorama si muove anche lo psicoterapeuta che ha, come sua cifra, un bagaglio di teorie sull'orientamento omosessuale che possono interferire, se non interrogate a fondo, nella selezione delle informazioni ritenute clinicamente rilevanti e nel contempo possono agire sull'immagine che ha di sé il paziente. Senza trascurare di evidenziare l'apporto di entrambi i soggetti alla relazione terapeutica, l'autrice propone alcuni spunti di riflessione affinché la stanza del terapeuta diventi un contesto affrancato da stereotipi e pregiudizi.

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Dettagli del libro
Titolo: Psicoterapia e omosessualità
Autore: Graglia Margherita
Editore: Carocci
Collana: Professione psicologo
Data di Pubblicazione: 2009
ISBN: 8874665695
ISBN-13: 9788874665693
Pagine: 144
Reparto: Medicina

È da poco uscito un articolo "Affermiamo il nostro benessere"
Redazione Pegaso : Amori contro l'omofobia dove c'è una bella intervista che la riguarda
[leggi tutto qui]

Per conoscerla un po' di più prima di venire ad incontrarla lunedì 25 gennaio in sede Rebis leggi un suo articolo:
L'omofobia istituzionalizzata: il caso della psicoterapia
di Margherita Graglia (aledone@tin.it)
[leggi l'argomento qui]
Scheda del libro:
www.carocci.it
Margherita Graglia
PSICOTERAPIA E OMOSESSUALITA’
Collana: Professione psicologo/21
ISBN: 978-88-7466-569-3
Pagine: 168
Prezzo: € 17,40
Contenuto
Cos’è l’orientamento sessuale? Cosa significa parlare di psicoterapia e omosessualità? Qual è la
rilevanza dell’orientamento sessuale nel setting clinico? Il testo fa il punto sui più recenti contributi della ricerca scientifica e illustra le specificità dei pazienti gay e lesbiche, discutendo alcune modalità di intervento terapeutico ed evidenziando il contributo dello psicoterapeuta nella costruzione di un setting inclusivo. In particolare il lavoro offre una disamina delle forme
contemporanee dell’omonegatività e del loro impatto sul benessere psico-sociale dei gay e delle
lesbiche. Sebbene siano in corso profondi cambiamenti nella società civile rispetto
all’omosessualità, da un lato le istituzioni italiane rimangono cieche e sorde di fronte alle richieste
di riconoscimento dei cittadini non eterosessuali e dall’altro il pregiudizio antigay assume forme
ambigue, sottotraccia, solo apparentemente più innocue. In questo panorama si muove anche lo
psicoterapeuta che ha, come sua cifra, un bagaglio di teorie sull’orientamento omosessuale che
possono interferire, se non interrogate a fondo, nella selezione delle informazioni ritenute
clinicamente rilevanti e nel contempo possono agire sull’immagine che ha di sé il paziente. Senza
trascurare di evidenziare l’apporto di entrambi i soggetti alla relazione terapeutica, l’autrice
propone alcuni spunti di riflessione affinché la stanza del terapeuta diventi un contesto affrancato da stereotipi e pregiudizi.
Indice del volume
Introduzione
1. L’identità sessuale/Il genere e le sue identità/Definendo l’orientamento sessuale/Stime di
prevalenza della popolazione GLB (gay, lesbica, bisessuale)/Le origini dell’orientamento
(omo)sessuale/Il concetto di identità multipla
2. Dal paradigma della patologia a quello della variazione/La psichiatrizzazione/La
psicoanalisi/Derubricazione e nuova diagnosi/Il cambiamento di paradigma
3. Prospettive contemporanee sulla salute GLB/Le ricerche/Il modello del minority stress/La
promozione del benessere psicosociale
4. La psicoterapia con pazienti GLB/Temi ricorrenti/Temi invisibili/Il gruppo terapeutico/La
rilevanza dell’orientamento sessuale
5. I terapeuti con i pazienti GLB/Le ricerche sui terapeuti/Assunzioni inaccurate e discrepanze
nei valori/L’orientamento sessuale del terapeuta/Costruire un setting inclusivo
Bibliografia
L’Autrice
Margherita Graglia, psicologa e psicoterapeuta, collabora con l’Università di Bologna. È didatta
CIS (Centro Italiano di Sessuologia). Affianca all’attività clinica la progettazione e la conduzione di corsi di formazione sull’orientamento sessuale e l’identità di genere rivolti a psicologi, medici,
insegnanti ed educatori.

sabato

DONNA NELL'ANIMA CERCA IL SUO VERO CORPO

Articolo di Elena Nuozzi

La condizione di una trans
“Il problema principale è prendere consapevolezza di quello che si è. Sono nata di sesso maschile, ma non sono mai stata un uomo. Se penso alla mia adolescenza: il disagio, le domande... essere intrappolati in un corpo al quale senti di non appartenere.
Questa condizione t’impone un percorso per razionalizzare e accettarti. All’inizio della mia transizione ero felice: finalmente sapevo chi ero. Ma non avevo fatto i conti con la realtà e la capacità di discriminazione degli altri.”

Il percorso di consapevolezza
La transizione inizia a 19 anni. Fino a quell’età ha un orientamento omosessuale. Inizia a prendere ormoni femminili. Continua con la mastoplastica additiva del seno. Oggi è in una lunga lista d’attesa per la riattribuzione chirurgica del sesso.
“Nel percorso di transizione il ruolo della famiglia è fondamentale. I miei genitori sanno della mia situazione da sempre. Quando l’ho detto a mio padre, da anni al corrente della mia omosessualità, mi ha risposto: ‘Se ti senti e sei così, da domani comincia a comportarti per quello che sei’. Mi hanno accettato, non cacciata di casa come di solito accade, e mi hanno fatto continuare gli studi fino alla fine: è un enorme privilegio fare questo percorso in un ambiente protetto.”
Il suo fare è molto femminile. All’inizio ha vissuto senza rivelarsi: negava la sua transessualità. Ora non dichiara la sua situazione apertamente ma, se le viene chiesto, non rinnega la sua condizione di transessualità. “Per questo motivo – dice – ringrazio A. per avermi fatto capire che ho il dovere di non vergognarmi della mia storia.”

Il lavoro
Il suo compagno l’accompagna in macchina a un colloquio di lavoro. Il colloquio va benissimo, fino al momento della presentazione della carta d’identità. Il proprietario scoppia in una risata: “Perché non ti prostituisci?”.
Il suo compagno vorrebbe spaccare la faccia al titolare. Risultato: posto di lavoro non ottenuto.
Altro colloquio. “Bene! La chiamo tra una settimana per iniziare.” Ma appena consegnati i documenti: “Fantastico! Non andrà mai in maternità e non farà assenze per il suo ciclo!”. Posto di lavoro non ottenuto. In Italia la legge 164/82 prevede che la rettifica anagrafica riguardo al proprio sesso di appartenenza può essere effettuata solo a compimento dell’operazione per il cambio del sesso.
“Vuol dire ritrovarmi a fare lavoretti in nero e saltuari: nessuno ti mette in regola.”

Come risolvere i problemi economici
“Così mi prostituisco. La gente mi discrimina, ma di notte mi cerca: per molti le trans sono solo una trasgressione erotica. Annunci su internet. Se in Italia ci fosse una legge adeguata non ci sarebbero pregiudizi lavorativi e sociali. In Germania, Belgio, Portogallo questa legge c’è. In Spagna, con il governo Zapatero si può ottenere la modifica sui documenti dopo un anno di transizione e la prostituzione è diminuita notevolmente.
All’inizio volevo operarmi per trovare un lavoro e sposarmi, ora lo farò per me.”

La sessualità
“Ma se ho un sesso che non mi corrisponde, come faccio a vivere bene la mia sessualità? Il mio compagno mi ha sempre vista come donna. A fare l’amore con lui avevo vergogna, non riuscivo a esprimermi come volevo. Insieme siamo riusciti a trovare un equilibrio e ora va bene. La nostra è una storia che dura da due anni.”

Identikit
Altezza 1,78 m bionda occhi verdi numero di scarpe 41; ama andare dal parrucchiere, dall’estetista, fare shopping; le sue scarpe preferite? Manolo Blahnik; adora il colore rosa; il suo piatto preferito: pizzoccheri. In cucina ama sperimentare, è golosa. Non sopporta ostentazione, volgarità, pregiudizi e falsità. Non sopporta il ticchettio della sveglia: ne ha una digitale. Ama stare con gli amici, andare al cinema, ascoltare musica rock. Adora le moto... e i motociclisti. Adora le bambole di porcellana, il servizio di piatti dei suoi genitori. Adora suo padre.
Vorrebbe essere più magra e cambiare macchina. Le piacciono gli uomini che la fanno sentire donna. Adora i baci sul collo. Adora la femminilità. La cosa più bella che le hanno detto: “Ti amo per quella che sei”. Si vede zingara e considera tutte le donne principesse fortunate “vestite da bambine fin da piccole”.

venerdì

Io... Un' aquila in volo... ...Fottuta dal Destino.

Foto di Doriana Di Giovanni (LEGGI IL SUO BLOG CLICCANDO QUI) CLICCA SUL GIORNALE PER LEGGERE L'ARTICOLO del Corriere di Livorno

Doriana sarà a Verona per presentare il suo Romanzo a Febbraio presso l'Arcilesbica Juliette & Juliette e l'Arcigay Pianeta Urano di Verona. Tenetevi pront* per emozionarvi!


La recensione di Simonetta De Bartolo sul sito di Patrizio Pacioni. [leggi tutto qui]
(l'ultima bellissima e approfondita recensione del romanzo).
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Fottuti dal destino – Doriana Di Giovanni
Recensione di Irene Leo [leggi tutto qui]
Ho fatto un viaggio. Ogni libro lo è. E’ il percorso verso una finestra socchiusa sul mondo del suo autore, e benché se ne dica, c’è sempre parte di chi scrive tra le parole di un libro. Ho visto una donna, forte, arguta, attenta, ma in contraltare dalla grande dolcezza. Questa donna si chiama Ilaria, ed è la protagonista di “Fottuti dal destino”. Potrebbe essere una nostra amica, una sorella, una compagna, ed il suo vissuto si intreccia con il Cuore e le sue leggi. Un Cuore grande, che soffre, si ribella, gioisce ma non molla, ed attira a sé inevitabilmente la vita, nella sua veste più feroce e dannatamente bella. E’ tutto uno sviscerare sensazioni ed emozioni, che nascono nel turbinio di occasioni e restituiscono un senso al dolore, nelle sue forme più diverse. Ilaria vive con Elena la sua compagna, e la felicità sembra essere luminosa nello stare assieme, finché un gioco diventa seria realtà, finché una voce la sorprende alle spalle. Un nuovo amore si presenta inaspettato nell’esistenza di questa donna..... [continua a leggere qui]

giovedì

Genitori omosessuali: intervista a Chiara Lalli, autrice di "Buoni genitori. Storie di mamme e di papà gay"

A cura della Dott.ssa Francesca Saccà, psicologa a Roma
«È troppo semplicistico ritenere che un bambino, per crescere in modo equilibrato, abbia bisogno della presenza di un padre e di una madre di sesso diverso. Nessuna ricerca scientifica dimostra che essere figli di omosessuali è pericoloso per l'acquisizione della propria identità di genere. La verità è che la società ha bisogno di tempo per adattarsi ai cambiamenti: basti pensare a quello che è successo 30 anni fa ai figli dei separati, che si sentivano a disagio e cercavano di nascondere la loro realtà. Adesso, invece, essere figli di separati è quasi normale" (Umberto Veronesi, 2006)
Nel 2005 L’American Academy of Pediatrics incaricò una serie di associazioni scientifiche e sociali, professionali e governative, di avviare uno studio mirato a esaminare la salute psicologica di bambini cresciuti con genitori omosessuali. I ricercatori passarono in rassegna tutta la letteratura scientifica reperibile.
I risultati delle ricerche dimostrarono che bambini cresciuti da genitori dello stesso sesso si sviluppano come quelli allevati da genitori eterosessuali. Più di 25 anni di ricerche documentano che non c’è relazione tra l’orientamento sessuale dei genitori e qualsiasi tipo di misura dell’adattamento emotivo, psicosociale e comportamentale del bambino.
Questi dati dimostrano che un bambino che cresce in una famiglia con uno o due genitori gay non corre alcun rischio specifico. Adulti coscienziosi e capaci di fornire cure, che siano uomini o donne, eterosessuali od omosessuali, possono essere ottimi genitori.
Buona parte delle obiezioni all’omogenitorialità si raccolgono attorno alla frase: “E’ contro l’interesse del bambino”. Così risponde L’American Psychoanalythic Association: "E’ nell’interesse del bambino sviluppare un attaccamento verso genitori coinvolti, competenti e capaci di cure. La valutazione di queste qualità genitoriali dovrebbe essere determinata senza pregiudizi rispetto all’orientamento sessuale".
In merito a questo delicato e così ancor poco dibattuto argomento è da poco uscito il libro “Buoni genitori. Storie di mamme e di papà gay" di Chiara Lalli, in cui si affrontano storie reali di genitori omosessuali.

Di seguito la mia intervista all’autrice:
- Chiara, in “Buoni genitori” ci racconti la storia di alcune famiglie formate da genitori gay. Come è nata l’idea di scrivere un libro su questo tema?
L'idea è nata tempo fa: senza conoscere famiglie gay e senza avere letto la letteratura relativa a questo argomento mi sono scoperta ad avere una opinione in merito. O meglio: un pregiudizio. Assimilato quasi per osmosi e identificabile con l'opinione prevalente, ma sbagliato. Il pregiudizio riguardava l'adozione gay. Ho cominciato a chiedermi: perché no? E non ho trovato nessuna ragione per il no, sia conoscendo le famiglie gay sia leggendo la letteratura, che smentisce tutte le condanne e le paure. I bambini crescono benissimo in una famiglia omosessuale se hanno affetto e cure parentali. Sono queste le condizione importanti, non l'orientamento eterosessuale.
- C’è chi sostiene che i figli nati da gay potranno crescere confusi o deviati. Ma i dati di altri paesi dicono altro. In base alla tua esperienza e ai tuoi studi cosa ci puoi dire?
Le condizioni importanti per la crescita di un figlio non riguardano l'orientamento sessuale o altri criteri formali, ma la qualità relazionale. Sono sempre esistiti molti modelli familiari: famiglie allargate, monoparentali, cogenitoriali. I fantasmi che si agitano contro le famiglie gay sono gli stessi che si agitavano contro i matrimoni interrazziali o contro il divorzio. “I bambini saranno devastati”, si diceva per mantenere le ingiustizie. I bambini devono essere coccolati e amati e questo non è garantito da nessun modello. Non deve però nemmeno essere escluso a priori. Sia chiaro: non si sta dicendo che le famiglie gay sono migliori delle altre. Sono famiglie come tutte le altre: possono essere felici, infelici, disattente o presenti. Non possono però essere condannate come intrinsecamente sbagliate. Questo sarebbe ingiusto e stupido.
- Nel tuo libro narri di storie reali di mamme e papà gay, quali sono state le tue emozioni nell’incontrare queste persone?
Mi sono sentita privilegiata nel conoscere alcune realtà familiari, e di essere accolta con disponibilità; la speranza di contribuire, spero, a farle conoscere senza essere invadente. Perché la conoscenza è il più potente mezzo per demolire pregiudizi e luoghi comuni.
Al contempo provavo un feroce disappunto nel ricordarmi il peso delle mancate tutele giuridiche che pesano su di loro. Mentre ci parlavo pensavo “Perché non dovrebbero avere gli stessi diritti di tutti gli altri?”. Era assurdo; è assurdo.
- Quali sono state invece le emozioni che hai potuto cogliere in loro e nella narrazione dei loro vissuti?
La rabbia di subire una discriminazione e la preoccupazione per i propri figli, per le mancate tutele giuridiche. L'allegria e la spontaneità di raccontarmi la loro “normalità”; la felicità di essere genitori e la consapevolezza di trovarsi ad affrontare quanto ogni genitore deve affrontare: la scuola, la piscina, gli amichetti, il motorino, le prime uscite. Banale, no?
- Ritengo che oggi l’informazione su questi temi sia fondamentale e che sia arrivato il momento che la società si interroghi anche su questioni importanti come queste. Tu quale messaggio vorresti che passasse attraverso il tuo lavoro?
Già contribuire a sollevare domande mi sembrerebbe un risultato soddisfacente: in genere ci si abbandona ai “secondo me” che, se indagati, sono scatole vuote. Molti di quanti giudicano non hanno mai incontrato una famiglia gay, non hanno letto nulla in merito eppure si sentono in diritto di prendere una posizione. Non ci hanno forse nemmeno mai davvero ragionato, perché se lo avessero fatto tante delle loro obiezioni cadrebbero di fronte al semplice buon senso.
- Chi sono nella società attuale i “buoni genitori”?
Quelli che curano i propri figli e che vogliono loro bene.
- Che definizione daresti oggi al termine “famiglia”?
È davvero difficile: pochi giorni fa un assessore alle pari opportunità mi ha raccontato che nei modelli presentati in comune c'erano 22 modelli di famiglie! Provo a cavarmela dicendo che è un concetto ampio, cangiante e che non può essere ridotto ad un unico modello. Che è costruito su un legame che non è esclusivamente genetico e sulla condivisione di alcuni interessi, immateriali e materiali.
Ogni esperienza, ogni storia, ogni incontro ci trasformano. Come la scrittura di questo libro ha cambiato Chiara?
Più che cambiato ha rafforzato la mia convinzione che sia doveroso non cedere agli argomenti di autorità (“è così perché lo dice lui”) e non lasciare che quanto si mormora si trasformi in una legge universale. Soprattutto quando questa superficialità implica il mancato riconoscimento di diritti fondamentali.
Un sincero ringraziamento alla Dott.ssa Chiara Lalli per la gentile collaborazione

La Dott.ssa Francesca Saccà, psicologa a Roma