[CHI SIAMO] - [APPUNTAMENTI] - [HOME] -[ ATTIVITA' E SERVIZI] - [ diventare socio/a] - [CONVENZIONI] - [AGORA'] -[BIBLIOTECA LGBT] - [ VIDEOTECA ] Pianeta Urano e Juliette & Juliette si sono trasferiti a S. Michele Extra (VR). Contatti : 346.9790553 dalle 18 alle 22 (x maschi) 349.3134852 (x femmine) info@arcigayverona.org OPP. verona@arcilesbica.it x INFO. iscriviti alla NEWS LETTER

lunedì

Francesco Remotti "Contro Natura. Una lettera al Papa

Laterza 2008
Il libro si può così riassumere: chi vuol fare l'antropologo non deve dar
retta a Ratzinger.
La religione cristiana e quella mussulmana infatti basano la loro pretesa di
universalità, ovvero di essere ognuna la religione valida per l'intero genere umano, sull'assunto che i loro precetti coincidono con ciò che ordina la natura umana - per cui la persona che abbraccia una di queste due religioni vivrebbe nel modo più naturale possibile.
Ma Remotti ha buon gioco a confutare questa pretesa sia nel campo teorico che nel campo empirico. Nel campo teorico, fa notare che coloro che si ostinano a cercare la natura umana universale sepolta sotto i costumi particolari di un tempo ed un luogo dati si trovano nell'impossibilità di stabilire quale sia questa natura - non possono essere sicuri che quella che appare loro la natura umana non sia in realtà un costume particolare, che sembra naturale ed universale solo a causa dell'abitudine.
Inoltre, mentre chi non ha quest'ossessione può tranquillamente tollerare costumi diversi dai propri, chi vuole porsi al servizio della natura umana così intesa diventa facilmente intollerante, in quanto si ritiene investito di fare trionfare ciò che è eterno su ciò che è caduco, l'universale sul
particolare.
Remotti avverte che ci sono intolleranti più sofisticati, come Hegel ed i suoi discepoli, i quali non cercano verità e strutture sociali eterne, ma sono convinti di conoscere le leggi che eternamente guidano l'evoluzione storica, e di poter perciò stabilire una gerarchia di verità e strutture
sociali. Qui la ricerca di qualcosa di immutabile si è solo alzata di livello, ed anche qui si giunge facilmente all'intolleranza.
La disputa tra i sostenitori della natura e quella del costume è antica - Remotti la fa risalire a Pascal (sostenitore del costume) ed a Cartesio (sostenitore della natura). Mi permetto di aggiungere che alla fine del '600 Hume aveva espresso quella che in seguito sarebbe stata chiamata "Legge di Hume", ovvero che da una frase con il verbo "essere" non si può derivarne una con il verbo "dovere". Quindi, anche se si stabilisse com'è fatta una cosa in natura (la frase con il verbo "essere"), questo non ci direbbe comunque come dobbiamo agire (la frase con il verbo "dovere"). Passando dal campo teorico a quello empirico, il campo in cui più si parla di "natura" è quello delle politiche familiari, complice anche l'infelice formulazione del primo comma dell'Articolo 29 della Costituzione Italiana: "La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio."
In realtà, le famiglie nel mondo sono di così tanti tipi diversi (e non mancano i casi in cui i coniugi possono essere tutti del medesimo sesso) che gli antropologi hanno rinunciato a darne una definizione unitaria valida per ogni tempo e luogo - e Remotti avverte che gli esempi del suo libro non sono affatto esaurienti! La soluzione che propone Remotti è quella di ispirarsi a Wittgenstein, il quale riteneva lecito descrivere un concetto sulla base di esempi tra i quali si riconosce "una somiglianza di famiglia", anziché dandone una definizione formale, che potrebbe dimostrarsi troppo restrittiva. Allo stesso modo, l'antropologo deve rinunciare all'idea di definire una volta per tutte cos'è una famiglia, e dire che numerose formazioni sociali vengono da noi comprese nel concetto di "famiglia". Chi si riempie la bocca con le parole "famiglia naturale" non sa quello che dice e spera che non lo sappia chi l* ascolta.
Inoltre, Remotti insiste anche sul concetto di "autopoiesi", cioè del "farsi da sé". La struttura biologica non solo dell'uomo, ma anche di molti animali, è fortemente influenzata dalla cultura (l'esempio meno traumatico è dato dalla plasticità cerebrale), per cui si può dire che sì, ogni persona è frutto delle proprie scelte (il punto di vista dello psicologo), ma anche che ogni società produce i suoi uomini e le sue donne (il punto di vista dell'antropologo).
I riti di passaggio che hanno molte società servono appunto a rendere esplicito il ruolo della società nel produrre le sue donne ed i suoi uomini; questo fenomeno può avere anche il suo lato sinistro, in quanto i regimi dittatoriali del '900 vollero creare l'"uomo nuovo", ma c'è una differenza tra l'opera delle dittature e l'opera del rispetto.
La dittatura non ha riguardo alcuno per gli individui, ed è convinta che il suo modello di "uomo nuovo" sia perfetto; le altre società si rendono invece conto che il modello a cui si ispirano è criticabile e perfettibile, ed in esse l'individuo negozia ciò che diverrà - non è chiuso in un ruolo immutabile.
Dopo aver mostrato che ispirarsi ad una presunta natura umana nella vita sociale è impossibile (e per nostra fortuna), Remotti esamina brevemente la struttura della chiesa cattolica e della "Sacra Famiglia" che avrebbe dato vita terrena al suo fondatore. Non ci vuol molto a notare che la "Sacra Famiglia" è molto, molto insolita, e che la chiesa ambisce al monopolio di ciò che è eterno, anche nelle società di questo mondo. Secondo Remotti, la preferenza della chiesa per la famiglia nucleare è dovuta proprio alla fragilità e transitorietà di questo tipo di famiglia, mentre altre organizzazioni familiari possono durare come e più della casa reale giapponese, e rivaleggiare quindi con l'eternità dell'organizzazione ecclesiastica.
La diffidenza delle legislazioni moderne verso i patrimoni che non hanno mai occasione di dividersi ha quindi la sua fonte di ispirazione nel cristianesimo, così come molte altre caratteristiche della modernità.

recensione del libro "Atti impuri" di FEDRA

Mary Gail Frawley-O'Dea, Virginia Goldner
Atti impuri. La piaga dell'abuso sessuale nella Chiesa cattolica
Raffaello Cortina Editore 2008

Quest'utile libro è una raccolta di saggi scritti da membri del clero (non tutti cattolici), psicoterapeuti, e perfino alcune vittime di abuso sessuale ad opera di sacerdoti cristiani.

Due utili cose si imparano innanzitutto leggendolo: il primo è che la parola pedofilia è inappropriata per descrivere questi abusi, dacché il pedofilo vero e proprio ha interesse sessuale solo per i bambini - e non si conoscono cure per lui. La maggior parte degli abusi ad opera di preti si ha verso preadolescenti, ed ha altre motivazioni, in parte esacerbate dalla struttura interna della chiesa cattolica.
Un'altra cosa che è bene sapere è che, sebbene la maggior parte delle vittime sia di sesso maschile, ciò non vuol dire che chi ne abusa sia omosessuale. E' un'accusa stantia, quella che siano i preti omosessuali a compiere gli abusi, ma non regge ad alcuna indagine, né da parte degli psichiatri, né da parte degli inquirenti.

Secondo la maggior parte degli autori del libro, il celibato ecclesiastico ha molte responsabilità, ma non per il motivo che verrebbe in mente ad un autore di cinepanettoni, bensì perché ha fatto bloccare la maturazione affettiva dei sacerdoti al momento in cui sono entrati in seminario.

La maggior parte delle vittime hanno pressappoco l'età in cui il loro abusatore ha abbracciato lo stato clericale - nella vittima spesso l'abusatore vede un riflesso di se stesso, e gli attribuisce i sentimenti ed i desideri che prova lui, anche se non sono certamente quelli che prova il
ragazzino che è la sua vittima.

Non è necessario descrivere le conseguenze dell'abuso sessuale su un minore:
oltre a questo libro, molti altri ne hanno parlato; trattandosi inoltre di un'esperienza ahinoi alquanto diffusa, è abbastanza probabile che alcuni dei miei lettori lo abbiano provato in prima persona.

Dico solo che, poiché il sacerdote rappresenta la paternità di Dio, ed in molti contesti sociali degradati il sacerdote si trova ad essere un padre sostitutivo più presente di quello biologico. L'abuso da parte di un sacerdote assume perciò le caratteristiche di un incesto, specialmente in
chi davvero crede in Dio.

Paradossalmente, in questi casi la fede moltiplica il trauma anziché diminuirlo, ed anche quando la vittima è adulta il danno è notevole.

Un'altra caratteristica della chiesa cattolica è la separazione tra lo stato clericale e lo stato laicale, teologicamente motivata, ma che ha due spiacevoli conseguenze. La prima è che attira verso il sacerdozio, un compito prestigioso svolto spesso in gran solitudine, molte persone con seri
disturbi narcisistici, ovvero con scarsa empatia e notevoli difficoltà nelle relazioni sociali. Queste persone possono trasformarsi in abusatori, e lo screening dei candidati al sacerdozio spesso è stato inadeguato.

La seconda e più grave conseguenza è che la prima reazione di una comunità cristiana di fronte all'accusa di abuso sessuale è il negare anche l'evidenza e fare quadrato intorno al prete, considerato più prezioso di ogni altra cosa. Questo, ad onor del vero, non accade solo nella chiesa
cattolica - nel libro si mostra che accade anche nelle comunità episcopaliane, che hanno una teologia simile a quella cattolica, ma non la sua gerarchia.

Nel caso della chiesa cattolica, i tentativi delle gerarchie nazionali e vaticane di insabbiare i casi sono ormai abbastanza noti, ed il libro fa una considerazione assai sgradevole: secondo gli autori, dopo il 1984 i casi di abuso sessuale sembrano diminuiti.

Lo screening è migliorato, la sorveglianza è più attenta, i sacerdoti abusatori vengono messi subito in grado di non nuocere, oppure ... visto che ci vogliono molti anni prima che le vittime di abusi aprano la bocca,
semplicemente non è passato abbastanza tempo per saperlo?

Il principale rimedio proposto è l'abolizione del celibato, anche se non risolverà il problema definitivamente, visto che anche tra i ministri del culto protestanti, ortodossi, ebrei e mussulmani, che di regola sono sposati, capitano cose di questo genere.

FEDRA